Flussi di capitali che provengono per il 23% da investitori domestici e per il 77% da piazze internazionali: per il 22% dal Nord America, seguito dalla Francia (23%), UK (10%), Germania (8%), Asia Pacific (5%) e altri investimenti parcellizzati dai restanti mercati finanziari (9%).
In tale contesto, il mercato milanese con un 3,40% di yelds si è confermato una piazza in grado di garantire rendimenti almeno pari (Londra e Madrid 3,50%) – se non superiori – a quelli di altre città europee (Francoforte 3,00%, Parigi 2,75%) e ha comunque saputo rinnovare il proprio ruolo di capitale finanziaria italiana, rappresentando il 22% del PIL nazionale, potendo contare sulla presenza di oltre 4 mila multinazionali e fungendo da crocevia per il 27% dell’export domestico, al centro di una regione che rappresenta la terza area per PIL a livello europeo.
Il mercato italiano – secondo le analisi illustrate da Gabriele Bonfiglioli, Managing Director di COIMA – registra una importante domanda di elevata qualità sul fronte terziario, con la ricerca di spazi flessibili, in location prime, rispondenti a criteri di elevata sostenibilità, dotati di certificazioni di eccellenza mondiale e all’avanguardia massima sul fronte della tecnologia. Le principali opportunità si possono quindi identificare nella riqualificazione di uno stock obsoleto e inefficiente – Milano conta solo l’11% di edifici in classe A contro il 46% di Londra – riposizionamento o rinnovamento di asset, consolidamento di headquarters lungo i principali snodi.
Una asset class particolarmente interessante si conferma quella del turismo: grazie alla sua quinta posizione tra le destinazioni a livello mondiale, l’Italia ha registrato a fine settembre 2019 oltre 2,6 miliardi di euro di investimenti nel settore alberghiero, con un trend di crescita aggregato del 26% (CAGR 2013-2018).
Un contesto di grande attrattività, in cui si inseriscono dinamiche socio-demografiche che si possono identificare a livello mondiale: da un lato la crescita dell’urbanizzazione (con oltre 30 milioni di persone – di cui 5 solo in Italia – che si sposteranno a vivere nei centri urbani), un generale invecchiamento della popolazione (nel 2050 il 16% della popolazione mondiale avrà più di 65 anni, contro il 9% attuale) e l’educazione (già oggi sono più di 5,3 milioni i giovani che si spostano per andare a studiare all’estero).
"L’Italia credo abbia oggi una straordinaria opportunità” ha commentato Manfredi Catella, Fondatore e Amministratore Delegato di COIMA, >“Al nostro Paese serve un progetto strategico che identifichi nel territorio e nell’economia reale una risorsa determinante di sviluppo: ambiente, comunità, innovazione, inclusione sociale devono diventare gli elementi cruciali per un importante piano di rigenerazione urbana. Per riuscire in questo progetto è fondamentale, oltre al ruolo di investitori internazionali, che stanno già dando dimostrazione concreta di credere in questo piano, anche il supporto di player istituzionali domestici, con la definizione puntuale di un obiettivo di rendimento realistico e non opportunistico.”
“Per continuare a crescere nei prossimi anni, pubblico e privato devono collaborare su nuovi obiettivi” è il commento dell’’Assessore all'Urbanistica di Milano Pierfrancesco Maran. “La questione dei cambiamenti climatici, quella delle case a prezzi accessibili e il coinvolgimento delle periferie nelle trasformazioni in corso sono le sfide che ci dobbiamo porre oggi. Le norme del Piano di Governo del Territorio che abbiamo appena approvato e che getta le basi per Milano 2030 vanno tutte in questa direzione.”
*(Source: CBRE).
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