COIMA, una casa in Porta Nuova

La nuova sede di COIMA nasce in funzione delle persone e della sostenibilità.

11/1/2019

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Affacciata da un lato su piazza Gae Aulenti e dall’altro sul Giardino di Porta Nuova, la Biblioteca degli Alberi, la nuova sede di COIMA racconta, nelle linee architettoniche ma soprattutto nelle caratteristiche funzionali, la sua anima “human centred.” Negli oltre 2.000 metri quadri di vetro e ferro avvolti da due ali lignee protese verso Porta Nuova, per la prima volta in 40 anni le società della piattaforma COIMA si riuniscono sotto lo stesso tetto.

Per questo edificio la parola “sede” suona riduttiva, non riesce ad abbracciare la filosofia con cui è stato immaginato e costruito, mettendo al centro le persone che l’avrebbero abitato, con uno sguardo particolare all’ambiente. Una casa dove fare nascere le idee più che un semplice quartier generale.

“È una storia di persone, un progetto concepito da e per le persone, questa è la sua forza. E il fatto che sia stato realizzato in Porta Nuova non è un caso: dopo aver dato ‘casa’ a 15.000 lavoratori, da Unicredit, a Google a Nike, è arrivato il momento di occuparci anche di noi. È stata una bella opportunità, poter ‘testare’ un edificio nella doppia veste di developer e inquilino e poter esplorare anche nuove pratiche di ‘smart working’ per i nostri oltre 150 collaboratori.” Manfredi Catella, Fondatore & Amministratore Delegato di COIMA

Per creare questo spazio, i collaboratori sono diventati in un certo senso co-protagonisti del percorso di progettazione, dando voce ai loro bisogni e alle loro necessità sul luogo di lavoro. Il processo è stato guidato da COIMA Image, specializzata in progettazione architettonica, interior design e space planning, che ha ascoltato, osservato e intervistato le persone che lavorano in COIMA, indagando abitudini, esigenze e desideri, per creare – insieme – uno spazio di lavoro che non fosse solo efficiente ma anche bello da vivere.

“Questo significa benessere e comfort all’interno dell’ambiente di lavoro. A partire dall’acustica, elemento importante, perché il silenzio rilassa e facilita la concentrazione. Poi la qualità della luce, sia quella naturale sia quella artificiale. Quindi, la qualità dell’ambiente, che deve essere salubre, adeguatamente climatizzato e areato, gradevole nei suoi componenti d’arredo.” Alida Catella, CEO COIMA Image

Poter osservare dalle finestre i toni rilassanti del verde, avere uno spazio dove fare anche attività fisica, gustare un buon caffè: niente è stato sottovalutato, perché la qualità del lavoro svolto dipende anche dal benessere delle persone – questo è stato il presupposto del percorso “Naturally Connected”, l’ascolto dei collaboratori e delle loro esigenze, che ha portato alla realizzazione degli spazi che vediamo oggi e che sono, prima di ogni altra cosa, umani. Spazi in cui trovare una propria dimensione personale che si intreccia a quella professionale, come il COIMA Caffé sulla terrazza dell’edificio, ma anche semplicemente le grandi vetrate che lasciano entrare la luce del sole, gli spazi aperti, condivisi, senza barriere.

Una nuova prospettiva, un approccio culturale che mette il focus sulla responsabilità sociale dell’architetto. È così che vive la progettazione Mario Cucinella, che con il suo studio ha lavorato allo sviluppo dell’edificio, attuando in ogni scelta logistica e operativa una visione più “generosa” ed “empatica” dell’architettura, nella quale gli spazi vivono in connessione con le persone che li abitano e con il paesaggio circostante.
Umanità, dunque, e sostenibilità.

Qui l’attenzione all’ambiente si legge nelle grandi scelte architettoniche, energetiche e materiche, che hanno portato la nuova sede COIMA a meritare, fra i pochi al mondo, la LEED Platinum Certification, ma anche nei piccoli dettagli della quotidianità che si vive in questo spazio di innovazione: tutti gli uffici sono paperless (non più cestini per la carta, ma raccolta differenziata), materiali certificati secondo l’approccio ‘Cradle to Cradle’, riduzione del consumo di plastica grazie a mug personalizzate date in dotazione a ogni dipendente e collaboratore.
E innovativo è anche l’approccio alle persone e alle relazioni. Spazi condivisi, destinati non solo al lavoro ma anche alla convivialità e alla formazione, assenza di barriere e poche postazioni fisse favoriscono mobilità e smart working, creando un ambiente in cui la socialità viene incoraggiata e le gerarchie lasciano spazio al dialogo e alla collaborazione, perché “senza posizioni fisse c’è più sinergia e si può lavorare con i colleghi in modo più naturale”, assicura Alida Catella.

“Diciamo che la missione dell’architetto è quella di trasformare un’azione economica in un’azione culturale. Uno studio di architettura, a mio modo di vedere, è un’impresa culturale a tutti gli effetti. Certo, il progettista può limitarsi a rispondere alle domande del committente, ma può anche aiutarlo a mettere a punto le sue domande, magari mettendo a fuoco quei temi energetici, ambientali e del comune interesse pubblico, che per troppo tempo sono stati ignorati.” Mario Cucinella, architetto e founder di MCA – Mario Cucinella Architects

“Ogni nuovo edificio può diventare un’occasione concreta per mostrare come costruire in modo nuovo” sostiene l’architetto Cucinella e la nuova “casa” di COIMA non può che essere il racconto di questo sguardo innovativo sulla città e sul modo di viverla, su una progettazione che punta alla bellezza e al benessere delle persone che abiteranno quegli edifici. Giorno dopo giorno.